“La casa delle madri”, romanzo d’esordio di Daniele Petruccioli pubblicato dalla casa editrice pugliese TerraRossa edizioni, è stato uno dei dodici romanzi finalisti del Premio Strega 2021.
“Ma essere l’opposto di Elia, significa poi essere se stesso, Ernesto? O non significherà essere soltanto l’opposto di Elia? Chi che cosa è Elia, che cosa è Ernesto?”
D. Petruccioli, La casa delle madri
Elia, parte sana, vede di fronte a sé come riflesso speculare Ernesto, gemello malato che dalla nascita convive con un handicap fisico, causato probabilmente da una manovra durante il parto messa in atto proprio per consentire anche a Elia di nascere.
L’archetipo dei due gemelli, così caro alla tradizione letteraria occidentale, si declina in una coppia di opposti, ciascuno dei quali vorrebbe non essere la metà di qualcosa e ricerca, quindi, la propria identità allontanandosi dall’altro e producendo una frattura. Ernesto ed Elia sono due rette parallele destinate a non incontrarsi mai, ma allo stesso tempo incapaci di scindere il proprio percorso.
A questo gioco di coppie che desiderano scindersi per essere singoli partecipano anche Sarabanda e Speedy. I due giovani della generazione del ’68 affrontano infatti in maniera diametralmente opposta l’essere genitori di un bambino malato, tra il rifiuto del suo handicap e la rassegnazione di fronte alla malattia.
Nelle complesse geometrie del romanzo, Sarabanda e Speedy, coppia di divorziati, diventano una sola retta che scorre parallela a quella dei loro genitori, rappresentanti di una generazione precedente ancora succube dei valori di una società prettamente patriarcale.
“La casa delle madri” è la storia di una famiglia che riemerge dalle case in cui ha vissuto, orami abbandonate, vuote e semi-distrutte, ma che ancora conservano le tracce e i ricordi del passato che sono in grado di prendere vita.
Se togliamo la malattia – tragedia, labirinto fondante di questa famiglia – non ci ritroviamo forse con le stesse fatiche, lo stesso intrico di colpe e di paure da cui si deve difendere ogni nucleo familiare? Forse, o forse no.
D. Petruccioli, La casa delle madri