Candido crede di vivere nel migliore dei mondi possibili come gli è stato insegnato dal maestro Pangloss. Questo suo radicato ottimismo resiste imperturbabile alle continue peripezie e disavventure che affronta nel lungo in giro per il mondo alla ricerca della sua bella Cunegonda.
Zadig pensa invece che la provvidenza divina operi sempre in vista del bene. E in effetti le continue sciagure a cui va in contro nascondono sempre dei risvolti positivi, che gli permetteranno alla fine di sposare l’amata Asarte.
Infine, L’ingenuo rappresenta il buon selvaggio che si adatta al mondo e alla mentalità basso-bretone senza rinunciare alla sua schietta semplicità. Per L’ingenuo anche l’infelicità dovuta alla morte dell’amata madamigella St. Yves “serve a qualcosa”.
In questi tre romanzi brevi, Voltaire presenta con toni volutamente ironici tre diversi approcci filosofici alla realtà. Il confronto tra Candido, Zadig e L’ingenuo, tre opere indipendenti e composte da Voltaire in momenti diversi, fa però emergere un elemento comune: le peripezie di questi tre personaggi sono mosse dall’amore per una donna.
È forse questa la forza che governa il mondo?