La fredda planimetria di una casa, i suoi mobili e i suoi spazi sono in grado di conservare i ricordi e le sensazioni di chi vi ha trovato un rifugio più o meno stabile. È dentro le quattro mura di case, reali e metaforiche, che si concretizza la vita vera di un uomo, “che per convenzione chiameremo Io”.
Entriamo nella Casa dei ricordi di Io e ricostruiamo lentamente la sua storia, a partire da Casa del sottosuolo dove Io muove i primi passi nell’oscurità e impara da Tartaruga a portare la propria casa sempre con sé, “pronto a ritirare la testa dentro al carapace per proteggersi dal mondo esterno”. Ma la realtà esterna fa capolino anche dentro al mondo interno della casa, grazie al rettangolo illuminato della televisione su cui scorrono immagini che permettono di ricostruire gli ultimi passi di Poeta e di Prigioniero mossi nelle loro case romane.
Io osserva la lenta disgregazione della propria famiglia in Casa di Parenti e in Casa dello Stato prima di scappare e trovare un temporaneo rifugio in Casa del materasso e Casa sopra i tetti parigini.
Io entra anche in Casa del tumore dove incontra Moglie e Bambina, le prende per mano e le porta in Casa di famiglia, il luogo in cui sembra realmente concretizzarsi la Casa del persempre.
Io ha disseminato pezzetti della propria storia nelle case in cui ha abitato e seguendo il suo percorso non lineare avanti e indietro nel tempo, tra gli anni Settanta e gli anni Venti del Duemila, ricompone il puzzle della propria vita.