Mito, dal greco antico μῦϑος parola o racconto, è una narrazione fantastica con valore simbolico attraverso cui la comunità, o il singolo, cerca di dare spiegazione a fenomeni culturali e sociali.
In questi sedici brevi racconti, Marchesini rielabora miti della tradizione classica, biblica e moderna, li manipola per assecondare le sue ossessioni fino a dar loro una nuova forma con esiti brillanti e geniali.
Così Ettore, correndo attorno alle mura di Troia, muta in una tartaruga paradossalmente irraggiungibile da un Achille sempre più simile a un disegno bidimensionale: il mito epico diventa filosofia. Gesù nel tempio, vedendo i genitori che lo ascoltano, è colto quasi da un’ansia da prestazione tipicamente adolescenziale che diventa l’unico ricordo della sua fanciullezza. Leopardi si confronta con il padre Monaldo e con i suoi limiti, in una reinterpretazione del suo tentativo di fuga da Recanati, miraggio di libertà ma anche di morte.
La prima parte del romanzo traghetta il lettore dalla poesia di Orfeo alla prosa dei giorni nostri; nella seconda, “Conoscersi”, il mito diventa quindi la narrazione simbolica e personale, quasi archetipica, delle relazioni moderne. Nella seconda parte, con la fuga d’amore di Vera e Luca, una storia di pochi giorni e di poche pagine, si condensa la parabola dell’innamoramento e del disamore.