Tra le pagine azzurre di questo libro prende forma, in un elegante prosimetro, la vita immaginata durante la pandemia.
Il rumore delle sirene scandisce nel primo capitolo i “Movimenti” del mondo esterno, della natura che continua il suo corso e delle bare che sfilano sotto il sole. All’interno, tra le mura di casa, «il tempo passa come uno straniero». La prosa dei capitoli centrali diventa un lento percorso di rinascita. La voce e i singoli fonemi diventano nuovo esercizio di comunicazione che assume una dimensione salvifica; ma per raggiungere la salvezza si attraversano anche oscure previsioni di un futuro di cyborg e di un orizzonte bidimensionale appiattito dai social network.
I versi tornano a scorrere negli ultimi capitoli: il sole splende ora su palloni sporchi di fango in un silenzio che sa finalmente di paradiso. “Il finale” riserva una formula apotropaica, un invito all’oscurità che nasconde però la speranza di un’eterna consolazione.