Nivangio Siovara è uno pseudonimo dietro al quale si nasconde un autore che nella sua biografia afferma di dedicarsi alla «continua produzione di oscuri scritti», come “Finché nulla ci separi”, l’ultimo suo romanzo edito nel 2022 da Prospero Editore. Per lo stesso editore ha pubblicato i romanzi “L’onestà del Moloch” e “In albis” e la raccolta di racconti “Di Vento”.
Finché nulla ci separi: la trama del libro
L’architetto Amaagut si risveglia una mattina trafitto dal dolore causatogli da una misteriosa ferita che gli sfigura il volto e sconvolto per l’assenza della compagna Bamiyan. Spinto dalla necessità di ricongiungersi a lei, come un novello Odisseo, inizia a vagare in una città che prende forma dai suoi stessi pensieri e incontra personaggi bizzarri, come il veckio con la cappa e l’uomo con la casa mobile, generati dalla sua stessa capacità immaginativa.
L’intento di Amaagut, architetto e demiurgo, è però quello di distruggere la città da lui creata. Crede, infatti, che solo dandole fuoco potrà purificare il mondo in cui vive e tornare ad abbracciare Bamiyan. Ma nel momento in cui, recuperata una tanica di benzina, si trova a pochi passi dall’amata, la storia di Amaagut si doppia in un duplice finale che ci ricorda che «due cose, è vero, non possono stare contemporaneamente nello stesso posto. Ma una sì».
Finché nulla ci separi: lo stile dell’autore
Nivangio Siovara gioca con i suoni e con la grafia delle parole dando vita a un linguaggio originale che riflette l’irregolare flusso di pensieri dell’architetto Amaagut.
Le lettere che aprono alcuni capitoli diventano inoltre la rappresentazione grafica di oggetti o luoghi incontrati da Amaagut nel corso della ricerca di Bamiyan.