Antoine Batille è stato assassinato: le sette coltellate infertegli con brutale violenza da uno sconosciuto in impermeabile e cappello gli sono risultate fatali.
Perché il giovane ereditiere della famiglia che produce i celebri profumi Mylène è stato ucciso? Qual è il ruolo del registratore con cui il giovane raccoglieva «documenti umani» collezionando voci di strani personaggi in posti poco raccomandabili?
Maigret con astuzia e pazienza cerca di comprendere cosa sia veramente accaduto in una piovosa notte di marzo in rue Popincourt. Conduce le indagini con la sua tradizionale razionalità, ma di certo non si aspettava di arrivare ad avere un faccia a faccia con l’assassino che somiglia a una seduta dallo psicologo.
L’influenza della psichiatria
Questo episodio delle indagini del commissario Maigret è stato scritto nel 1969, anno in cui Simenon era stato intervistato per conto di una rivista svizzera da un gruppo di medici, inclusi tre psichiatri, che conclusero il colloquio affermando di essere finalmente riusciti a comprendere cosa accade nella mente di un criminale (vd. Introduzione testo nell’edizione Adelphi del 2011).
Maigret e l’omicida di rue Popincourt: il titolo in italiano
Piccola curiosità sul titolo. Il titolo originale è “Maigret et le tueur”, tradotto per l’edizione Oscar Mondadori del 1970 con “Maigret e il cappellone imprudente”, con un chiaro riferimento alla lunga capigliatura di Antoine Batille. Solo la traduzione dell’edizione Adelphi del 2011 restituisce al titolo il giusto focus sul rapporto tra Maigret e l’omicida presente nel titolo francese.