Non lasciatevi ingannare dal titolo: questo libro non è solo la biografia di quattro partigiane piemontesi – Ada Gobetti, Bianca Guidetti Serra, Silvia Pons e Frida Malan –, ma è un resoconto dettagliato e supportato da un’ampia bibliografia degli anni della Resistenza nelle valli del Piemonte. La vita delle quattro partigiane è infatti il filo conduttore che consente di ripercorrere in maniera sistematica gli eventi che vanno dal 25 luglio 1943, giorno della deposizione e dell’arresto di Mussolini, fino alla liberazione di Torino nell’aprile del 1945.
La scelta delle donne di partecipare alla Resistenza fu pienamente consapevole e fu dettata non solo dalla volontà di riconquistare la liberà dopo anni di dittatura fascista, ma anche dal desiderio di gettare le basi per la costruzione di una nuova società in cui anche le donne avessero un ruolo centrale.
Gli ultimi capitoli di quest’opera evidenziano però la delusione delle donne e la mancata realizzazione dei loro progetti. Ada Gobetti diventa vicesindaco di Torino, ma le numerose altre donne che durante la Resistenza avevano giocato un ruolo decisivo come staffette, lavorando nelle fabbriche o svolgendo professioni considerate esclusivamente maschili, sono nuovamente relegate alla sfera domestica.
Per le donne, “la nuova Italia assomigliava molto alla vecchia”.
Sono […] una piccola donna, che ha rivoluzionato la sua vita privata, quella tradizionalmente femminile, i cui emblemi erano l’ago e la scopa, per trasformarsi… in una bandita. Partigiani! Non sono sola. Ci sono con me mille e mille donne, ne sono certa, con la mia fede, il mio entusiasmo, il mio coraggio, la mia sete d’agire. Anche noi ci organizziamo. Anche noi viviamo per il vostro ideale.