Che cos’è il sottosuolo? È quella parte della nostra anima e della nostra coscienza che cerchiamo di nascondere a tutti, talvolta anche a noi stessi.
Il protagonista di questi ricordi decide, però, di aprire al lettore le porte del proprio sottosuolo e di palesarsi come un uomo a cui rode il fegato e che trascina la propria vita con “la maligna e magrissima consolazione che un uomo intelligente non può in verità diventar nulla e che solo gli sciocchi diventano qualcosa”.
A una prima parte dai toni quasi programmatici in cui il protagonista esprime la sua filosofia di vita, seguono i ricordi veri e propri.
Sono episodi di vita in cui emerge il disagio dell’uomo comune sempre in tensione tra il desiderio di migliorare la propria condizione e la rassegnazione a una vita che non può cambiare.
E veramente, io ora pongo quest’oziosa questione: che cosa è meglio, una volgare felicità o un’elevata sofferenza? Suvvia, che cosa è meglio?