La trama del libro
Asa, giovane donna giapponese, ha rinunciato al suo impiego in città, a contratto e mal retribuito, per seguire il marito Muneaki nella sua nuova destinazione di lavoro, «in una sperduta area di provincia». Accetta di traslocare con lui in un appartamento di proprietà dei suoi suoceri, che vivono nella casa accanto e che non chiedono nessun affitto.
Tra il frastuono assordante delle cicale, inizia per Asa una nuova routine, fatta di un susseguirsi di giornate insignificanti, uguali alle precedenti, che scorrono lente, ma si consumano con rapidità, «in una ripetizione continua, all’infinito». Senza automobile, imprigionata in un paesino che non offre stimoli, Asa esce raramente di casa e accoglie quindi con piacere l’inaspettata richiesta della suocera Tamako di svolgere una commissione nel vicino konbini.
Mentre cammina lungo il fiume, scorge un animale nero dalla pelliccia ispida, con la coda ricurva e le zampe robuste. Incuriosita da questo essere che non sembra assomigliare a nessuna specie conosciuta, lo segue, affretta il passo, fa un balzo e cade «in una buca profonda poco più di un metro, dritta e in piedi, senza perdere l’equilibrio». Esce solo grazie all’aiuto di una bizzarra vicina di casa, di bianco vestita.
Da questo momento in poi, Asa incontrerà altri strani personaggi, dall’invisibile hikikomori al nonno sordo che innaffia continuamente il giardino, e vivrà esperienze tra il reale e l’onirico che la porteranno a guardare la sua vita da un’altra prospettiva.
La buca di Hiroko Oyamada: due parole sull’autrice e sul libro
Hiroko Oyamada è nata a Hiroshima nel 1983. Con il suo primo romanzo, “La fabbrica” (Neri Pozza, 2021 nella traduzione dal giapponese di Gianluca Coci), ispirato alla sua esperienza di lavoro come precaria per la filiale di una casa automobilistica ha vinto il premio Shincho for New Writers.
“La buca” (Neri Pozza, 2022 nella traduzione dal giapponese di Gianluca Coci), vincitore del Premio Akutagawa il più importante premio letterario giapponese, è un romanzo inquietante che trasmette un senso di paura dato da una vita priva di stimoli. Una storia angosciante che invita a riflettere sulle incertezze di una donna che perde la propria individualità ed è socialmente riconosciuta solo per il suo ruolo di sposa.